È il mio corpo che cambia…

1, 2, 3 faccio i conti col mio corpo.

Con la sua mutevolezza, con il suo indispettito cambiare indipendentemente dalla mia volontà. E dire che un tempo ero davvero convinta di poter controllare tutto, dal peso, alle forme, alle calorie. Inconsistente come una nuvola, ecco cosa volevo essere. Ma il corpo evolve, detta le sue regole: “non mangi? Abbasserò il metabolismo, mi nutrirò delle tue stesse ossa, faró mia ogni briciola che ingerirai! Mangi e vomiti? Ha! Non sperare che io permetta che questo perverso meccanismo non mi lasci il nutrimento che mi serve!” Poi impazzisce, la tiroide rallenta le sue funzioni, tutto diventa profondamente ingestibile e in ginocchio chiedi aiuto. 

Restano dei ricordi degli anni malati: la tiroxina che prendo ogni mattina per la tiroide, i denti così sensibili, coliti, gastriti, un’ernia iatale. E continui a crescere, ad evolvere.

Negli ultimi due anni ho ripreso lo sport: corro. Faccio gare in cui ho me stessa come unica reale avversaria e mi diverto. E pochi giorni fa, ecco i conti. Sto cambiando, sono cambiata. Il corpo si adatta alle nuove abitudini, ed è strano vederlo progredire per conto suo. Per qualche giorno ho litigato con questo pensiero, poi la resa. Sei così, vai bene così. Sarà che ho mille altri problemi da risolvere. Sarà che ora quando corro mi sento effettivamente più “presente”. Ecco, forse il mio corpo prima ancora di me sta cercando di dichiarare il suo diritto a stare qui, a vivere, a provare una sorta di piacere nell’esserci. Occupa il suo posto nel mondo. Si gira indietro e mi guarda. Io abbasso gli occhi: “hey, perdonami, sto ancora arrancando ma arrivo. Giuro che arrivo.”

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