“Succede sempre così” o “Di come ora sto meglio”

Succede sempre così, vero?
Nella vita come al telegiornale, la notizia che ci colpisce è la peggiore, la più negativa. Raccontiamo delle nostre difficoltà, ma raramente quando le cose vanno meglio, ci soffermiamo sulle nostre conquiste.
Così, come un sospettato che viene sbattuto in prima pagina e anche se scagionato dal Tribunale resta colpevole per l’opinione pubblica, siamo sempre pronti al lamento e mai al riconoscimento del nostro valore.

Insomma, va meglio. Va meglio, no? Va molto meglio.
Se tengo un blog in cui durante un periodo di depressione trovo il coraggio per dire cosa mi accade (cosa non facile, dato che il mio proposito sul web è quello di dare forza, sensibilizzare, aiutare), se mi metto a nudo nel momento più duro, allora perchè non raccontare che, hey, davvero, sto meglio?
Forse per una sorta di scaramanzia, per la paura atavica che la paura sia un elemento in grado di modificare gli eventi (e talvolta, dannazione, lo è!)?
Insomma, le cose stanno prendendo il verso giusto. Com’è successo? Non per caso.

Ecco l’occasione per spiegare: quando si soffre di depressione, quando un episodio depressivo prende spazio (e lo prende TUTTO) non si vede possibilità di risalita. Il nero è più nero. Le giornate sono uno strazio. La mattina, la mattina infinita, il dovere di affrontare il lavoro, il desiderio di non vedere nessuno, mai, nemmeno le persone a cui vuoi bene. Le piccole cose che diventano immense: devo fare una lavatrice. Cristo, devo fare una lavatrice. Non ci riuscirò mai, non ce la faccio. Come faccio?
Ecco come faccio io. Ecco come, dopo mesi in cui mi sono svegliata piangendo e coricata tardissimo perchè per zittire la mente e i suoi pensieri non mi bastava esser stanca ma dovevo essere SFINITA, ho ripreso “colore”.

Il mio primo passo è quello di ricordarmi da dove vengo, della fatica che ho fatto per uscire dai disordini alimentari, ma credo non sia una mia prerogativa, l’aver avuto una vita difficile: tutti abbiamo affrontato problemi, ed è alle nostre piccole vittorie che dobbiamo pensare. Ricordarci dei successi.

Secondo step: impormi, nonostante la mente urli il contrario, di fare almeno due cose ogni giorno, una che serve e una che mi faccia star bene. Le più semplici, inizialmente, quelle che creano meno ansia. Un esempio: fare la lavatrice, passare l’aspirapolvere, chiamare il meccanico (qui siamo già a livello super sayan). Cose positive: mangiare qualcosa che mi piace, guardare un film, fare due carezze al gatto. Niente di più. Niente di meno. Minuscoli sforzi che alla fine della giornata aiutano a non sentirsi nullità complete.

Terzo step: ammettere che qualcosa va cambiato. Ho cambiato psicologa, perchè era evidente che il percorso precedente era arrivato ad uno stallo. Le mie difficoltà a relazionarmi con gli altri, ad amare, a leggermi dentro, non stavano evolvendosi. Inversione di marcia, e gente, la nuova psycho è tosta. MAI accontentarsi. Mai.
Ho cambiato anche terapia farmacologica, e se il primo mese è stato SPAVENTOSO per l’adattamento al nuovo principio attivo, ora riconosco la buona scelta della psichiatra.

Quarto step: il più importante. Visto che sto parlando in termini di “passi” mi viene spontaneo il collegamento con Alcolisti Anonimi, in cui il primo passo è l’accettazione del fatto di essere alcolisti. Ecco, è vero, è verissimo. E’ determinante, ed è quello che muove il processo di cura, ma quello che per me significa davvero tanto è il LASCIARMI ATTRAVERSARE DAL DOLORE. Credo che in un certo senso questa sia più una “resa” che un’accettazione. Mi arrendo, e quindi, senza difese, ascolto il mio dolore.
Quante cose sa raccontare, quante! E noi che come dei disperati cerchiamo sempre, sempre di evitarlo, anche quando è impossibile (di fronte a malattie, morte, perdite)
Invece il dolore va accolto, come si prende in casa un gattino bagnato e ferito che ha bisogno di una carezza e un pasto caldo. Girare la testa non serve: il dolore è lì che aspetta davanti alla porta. Fallo entrare, interrogalo, chiedigli cos’ha da dirti. E ne ha di cose da dire, il ragazzo.

Quinto step: l’ho già detto. Mai accontentarsi. Chiariamo: accontentarsi è saggio quando si tratta di “essere contenti di ciò che si ha”. Saggio e vitale.
Ma se qualcosa fa star male, se ci sono possibilità di cambiamento, allora non è il caso di fermarsi. Questo è il motivo per cui quando parlo delle dipendenze insisto nel dire: non fermatevi quando sparisce il sintomo! Il sintomo è solo la punta dell’iceberg, e lasciare il percorso introspettivo e terapeutico in quel preciso momento significa davvero accontentarsi, e non solo…può voler dire tornare tra le braccia del malessere.
Può una persona che si è rotta una gamba, iniziare a correre non appena le viene tolto il gesso? Non ha forse bisogno di riabilitazione, talvolta molto lenta e accurata?  Ci sogneremmo mai di chiederle di farlo?
Ecco, da noi stessi pretendiamo prestazioni da atleti in condizioni di convalescenza…

Quindi metterei un quinto step-bis: sii clemente con te stesso.

Io sono clemente, a volte anche un po’ troppo buona. Altre sono un’arpia. Oggi sono un angioletto e questo post nasce da un senso di autostima che sto costruendo mattone dopo mattone

Vado a studiare, perchè a quanto pare l’esperienza personale non basta, in questo campo, e i libri di Psicologia attendono
Buon weekend ❤

6 risposte a "“Succede sempre così” o “Di come ora sto meglio”"

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    1. Concedersi di sentirsi male, piangere. Ammettere con se stessi e con gli altri ciò che si prova. Moltissime persone temono il dolore e rivolgono subito l’attenzione ad altro. Per farti un esempio banalissimo, ricordo che quando morì mio cugino la sera la mia preoccupazione maggiore era quella di aprire i regali comunque (era la vigilia)… o, altro esempio, mia sorella non piangeva MAI per cose gravi e davvero dolorose, ma l’ho vista farlo perché le avevo usato un rossetto… poi a lungo andare le situazioni di evitamento del dolore portano a seppellirlo talmente tanto che si possono anche sviluppare patologie come la depressione, o i disturbi ossessivo compulsivi ecc

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