Born to run

Giulia mi scrive in privato, mi manda un post che ha pubblicato in un gruppo, e leggendolo suona in me qualcosa: mi parla della corsa, un argomento che conosco bene, e le chiedo di approfondire.
E’ nata così, per caso, quest’intervista che a me ha dato moltissimo sotto il profilo umano e sportivo. Spero sia lo stesso per voi

Buona lettura!

Mi racconti come e quando è nata la passione per la corsa? 

Fare sport mi é sempre piaciuto, giocavo a pallavolo quando ero piccola. Quando mi sono trasferita in Germania giocavo saltuariamente, finchè un giorno una mia amica mi ha chiesto di andare a correre insieme. Io? Correre? Proprio no! Non avevo fiato e non mi piaceva!
Invece insieme a lei ho fatto i miei primi 5km: il giorno dopo nn camminavo più ed é stato faticosissimo! Quando ho detto a mio marito che ero andata a correre mi ha spronata e mi ha chiesto di andare insieme… passo dopo passo ha iniziato a piacermi e ho iniziato a provarci “gusto”. Sono una persona molto competitiva e mi piaceva sfidarmi ogni volta: qualche metro in più, un po più veloce… e cosi via fino ai miei primi 10km

Mi hai detto che ad un certo punto ti sei accorta che usavi la corsa per “stremarti”. Ha assunto da subito questo valore o te ne sei accorta dopo tempo? 

Non è stato immediato. Il fatto è che correndo, il corpo cambiava forma, ero più asciutta e mi piacevo, e cosi ho iniziato a smettere di mangiare dolci, poi ho tagliato i carboidrati, sempre di più… non dormivo bene e solo dopo aver corso ero stanca e in pace. Questa pace era il motivo principale per cui correvo.
Così decisi di provare a correre la mia prima maratona. Nel frattempo il peso scese ulteriormente, perchè mangiavo il minimo indispensabile, che per una non sportiva poteva essere sufficiente…mentre io correvo 60 km a settimana!!
Non ero in grado di capire “quanto” fosse giusto per me
La maratona l’ho corsa, e anche bene… poi pero mi é stato detto: ora smetti di correre e continui a mangiare come stai facendo adesso.

Basta attività fisica.

Vuoi raccontarmi meglio? 

Avevo bisogno di controllare tutto.. ma non è possibile… così ho trasferito e concentrato il controllo solo sul mio corpo. Non mi sentivo “degna” del cibo, e volevo soffrire, cosi tolsi tutto.. mangiavo il minimo indispensabile.
Però il peso scendeva, e una volta a casa per Natale mia madre mi chiese di andare da una nutrizionista in Italia (NdA Giulia vive in Germania) a farmi vedere.
La situazione era molto grave, anche se ovviamente ai miei occhi era tutto normale. Quando la nutrizionista mi fermò dalla corsa…é stato l’inizio della fine!
Non mi sentivo più autorizzata a mangiare… mi sentivo sporca.. mi dicevo che non avevo bisogno di quelle energie…
Mi avevano semplicemente detto “ora basta correre: mangi bene come hai fatto per la maratona e tutto si aggiusta!”
Semplice, troppo semplice! NESSUNO AVEVA CAPITO CHE SE MI FOSSI FERMATA LE MIE PAURE MI AVREBBERO PRESA e io non volevo, volevo solo correre e scappare…

Sfinirsi di corsa e non mangiare sembrerebbe una tortura: non era così per te?

Sembra un paradosso ma la malattia mi ha accolta e coccolata, mi ha avvolta e mi ha isolata da tutto e tutti.
Mi sentivo forte, invincibile… poi però realizzi che perdendo peso stai perdendo tutto e cosi ti ritrovi ad aver paura delle tue paure che sono fuori ad aspettarti, ma anche ad aver paura di morire, di perdere tutto.
Non hai altra scelta, muori e molli tutto, oppure cresci! Tiri fuori la grinta che hai e inizi a combattere la tua guerra. TI DEVI FAR AIUTARE, QUESTA E’ LA PRIMA COSA DA CAPIRE… proprio tu che sei invincibile devi ammettere che hai bisogno di aiuto.

Com’è andata poi?
Ho iniziato a fare psicoterapia e naturalmente ho dovuto dare ascolto a chi mi ha detto di fermarmi
Sono rimasta ferma per un po’, ma dato che miglioravo sono stata autorizzata a fare un po’ di Karate e qualche passeggiata… quando ho raggiunto un peso adeguato mi hanno autorizzata a fare i miei primi 3km di corsa.
Quando ho messo le scarpe ai piedi mi sembrava di volare… quello é stato il mio impulso più forte a guarire.. volevo tornare a correre!
Così mi sono data una svegliata, e seguita dal terapista che mi aiutava a vedere lo sport come mezzo per stare bene e nn per farmi del male, ho ripreso poco alla volta.
Mi avevano dato una regola: se il peso continuava a salire potevo aumentare la distanza percorsa e ovviamente aumentavano anche le dosi di cibo.
In un anno sono tornata a correre una mezza maratona.

Cosa ti ha insegnato questo percorso?

IN TERAPIA HO CAPITO CHE POSSO E MERITO DI ESSERE FELICE e che non ho bisogno di farmi del male. Che il mio corpo é come un tempio, che bisogna trattarlo bene e lui mi dara in cambio molto. Quando non sto bene adesso mi dico “meglio una settimana ferma adesso che non un mese perché aggravo la situazione”
Continuo ad essere molto attiva, a maggio quest’anno ho corso di nuovo una maratona e poi ho provato con il triathlon. E devo dire, che quest’ultimo mi piace ancora di più!
Mi piace muovermi, mi piace sentire il mio corpo che lavora, ma ho capito che se voglio farlo lavorare bene devo trattarlo bene.

Mangiare abbastanza, riposare e fermarmi quando sono stanca.

Ovviamente non é semplice e mi ritrovo ancora a pensare di aver fatto troppo poco o a sentirmi in colpa per un allenamento saltato… ma penso sia normale! Inizio ad essere molto zen, ahah…

Quando hai ripreso, mi hai detto di averlo fatto con calma: come riesci a mantenere il focus sul tuo benessere senza farti prendere dalla smania di tempi, distanze?   

Beh, semplice! Ho un marito che non ama la corsa e che fa il minimo indispensabile per il suo benessere. Lui é il mio freno!
Ma più di tutto é la presa di coscienza di essere “mortali”: quando sopravvivi all’orrore dell’anoressia, dopo vuoi solo stare bene!
Ora voglio fare solo ciò che mi fa stare bene… ed arrivare a casa stremata dopo aver fatto intervalli (NdA è un tipo di allenamento che richiede molta energia) a stomaco vuoto nn rientra nella categoria “stare bene”!!

Cosa vorresti comunicare alle persone che vivono una situazione simile alla tua, che fanno sport in modo compulsivo, ignorano i propri limiti, ?

Quando cerchi di star meglio  non è facile: perdi tante battaglie, ma l’obiettivo é più grande e qualche passo indietro é accettabile se si continua a guardare avanti! I mostri si affrontano a piccole dosi, ti feriscono, ti dicono che non ci riuscirai mai, che non puoi stare bene, che non te lo meriti..
Ma tu smetti di ascoltare le voci e vai per la tua strada, ti costruisci nuovamente pezzo per pezzo! Perché te lo meriti… e cosi… dopo tante sofferenze, un giorno, non ti accorgi nemmeno che forse forse, hai vinto!

I tuoi mostri, che prima erano giganti imbattibili, ora non sono che piccole ombre che ti danno un po di fastidio ogni tanto, che puoi sorridere e stare con chi ami e con i tuoi amici, perché sei nuovamente in grado di provare sentimenti e esprimerli… e che si.. ogni tanto qualcosa di brutto ti può capitare, ma che cavolo…. hai vinto contro dei mostri giganteschi… cosa ti può fermare ora? Hai una consapevolezza di te che pochi hanno… quindi si.. i disturbi alimentari sono terribili, ma se ne esci, e si può, sei una vera guerriera!!

Giulia ha 34 anni, vive in Germania e lavora in un laboratorio di ricerca

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